La Meraviglia Venezia
Alcuni suggerimenti per una piacevole visita a Venezia, nel centro storico di questa romantica città, emozionante patrimonio di tutti e per tutti.
Leggendo la guida storico-artistica di Venezia di Giulio Lorenzetti, presente nelle case della maggior parte dei cittadini veneziani, colpisce la citazione di un anonimo residente che, simpaticamente in tempi remoti, volle derivare l’etimologia di “Venezia” dalla composizione delle parole latine “veni – etiam”, torna ancora. Questa ricostruzione non è corretta, tuttavia questa interpretazione, curiosa quanto affascinante, lascia chiaramente capire al viaggiatore quale sarà il legame che questa città saprà creare con il suo cuore.
A chi giunge a Venezia per la prima volta, non si può che raccomandare la visita di Piazza S. Marco, della sua Basilica, del Palazzo Ducale, chiara espressione della grandezza e della potenza della Serenissima Repubblica, così come il Ponte di Rialto ed i palazzi che si affacciano sul Canal Grande.
Ma a chi torna a Venezia o ha la fortuna di soggiornare per un periodo un po’ più lungo il suggerimento è di lasciarsi rapire dalla città, andando a scoprirne i luoghi che sono stati pietre miliari della storia della città o che sanno suggestionare per la loro autentica venezianità quotidiana.
Sarà allora utile ricordare che la storia della colonizzazione di Venezia inizia nel V secolo. L’acuirsi delle penetrazioni barbariche nei territori dei “Veneti” ed il sacco da parte dei Longobardi di Eraclea, Jesolo e Torcello daranno origine all’abbandono di quei territori ad all’insediamento del primo “duca” o “Doge” a Malamocco. La colonizzazione di quella che era una laguna desolata e solitaria, continuerà poi passando per la coda di quel pesce disegnato dall’insieme delle isole di Venezia come oggi la conosciamo.
Inizia così a popolarsi la zona di Castello e sarà la Basilica di San Pietro in Castello ad ospitare il Patriarca di Venezia.
Qui, infatti, da prima si stabilirà (e poi sarà relegato), il potere della Chiesa a Venezia (e qui, nel 1451, s’insedierà il primo patriarca: Lorenzo Giustiniani).
Val quindi la pena di spendere una visita a S. Pietro in Castello, pensando che quella Chiesa (un po’ dimenticata fino a qualche anno fa ma ora soggetta ad importanti opere di recupero) fu la sede del patriarcato fino al 1807. La Basilica di S. Marco era la Chiesa del Doge ed era quindi più manifestazione del potere di questi che della grandezza del cristianesimo romano. Quando scenderete dal ponte antistante la vecchia Basilica di S. Pietro in Castello, guardate a terra innanzi a Voi, scorgerete dopo un po’ una pietra più bianca delle altre, ebbene da quel punto il Doge in visita al Patriarca dismetteva il suo potere per assoggettarsi al suo.
Una curiosità: la cupola della Basilica è alta 54 metri ed è la seconda per altezza in Italia dopo San Pietro a Roma.
Chi si trovi dalle parti di Piazza S. Marco faccia una passeggiata lungo la Riva degli Schiavoni, ponga attenzione alla costruzione più moderna dell’Hotel Danieli (dai veneziani conosciuta come il Danielino). In quel luogo sorgeva l’edificio da cui partì la squadra di sicari che nel 1571 uccise il Doge Vitale Michiel II, dal popolo ritenuto responsabile della pesante sconfitta ad opera del Comneno, imperatore di Costantinopoli. L’Assemblea fece radere al suolo quella casa ed “a futura memoria” di un atto così vile su quel luogo non fu più edificato nulla fino al 1948. Da qui si arriva in un attimo alla CHIESA DI S. ZACCARIA. Chiesa importante per la bellezza dell’opera architettonica e per le opere in essa contenute tra le quali la celebre pala del Bellini: “Vergine col putto in trono, Santi ed Angeli musicanti”. Ricordate assolutamente di visitare la sottostante Cappella di S. Atanasio, dove erano custodite le reliquie del santo, ora nella Chiesa. Proverete sicuramente una certa emozione nel vedere la vecchia chiesa primitiva con il pavimento sommerso sotto un piede d’acqua.
Altrettanto affascinante risulta la CHIESA DELLA PIETÀ o di SANTA MARIA DELLA VISITAZIONE, sempre in Riva degli Schiavoni, sorta nel XVIII Secolo ad opera del Massari, arricchita da opere importanti tra cui un affresco di Gianbattista Tiepolo. Nell’attiguo “Pio Ospedale della Pietà”, nelle cantorie, si esibiva il coro delle orfane (dette Figlie di Choro) sotto la la direzione di celebri Maestri come Antonio Vivaldi e Francesco Gasparini.
Merita sicuramente una visita approfondita il CAMPO SS. GIOVANNI E PAOLO. Questo è stato il luogo più importante di Venezia dopo Piazza S. Marco, assiduamente frequentato nel passato era ed è il secondo luogo per importanza monumentale e storica.
Su di esso si affaccia la Scuola di S. Marco ora sede dell’Ospedale Civile di Venezia, e sorge la scultura del Verrocchio dedicata a Bartolomeo Colleoni.
Le maggiori suggestioni le avrete nel visitare la CHIESA DEI SS. GIOVANNI E PAOLO, sicuramente per le importanti opere artistiche che sono presenti, ma soprattutto perché in essa sono contenute le spoglie di molti tra dogi ed eroi della Serenissima Repubblica. Fermatevi pure ad ammirare il monumento di Marcantonio Bragadin, Capitano da Mar, martire di Famagosta, morto scorticato nel 1571 ad opera dei turchi. Le sue spoglie furono recuperate dai veneziani, riportate in patria e deposte in un’urna che giace sotto l’opera il “Busto dell’Eroe”.
Nel visitarla pensate che in questa chiesa riposa una buona parte degli uomini che fecero la storia della città.
A chi cerca una raffigurazione grafica della Venezia più antica, è d’obbligo una visita alle GALLERIE DELL’ACCADEMIA (all’interno di quella che fu la Scuola Grande dei Battuti) dove potrà trovare l’emozione di un viaggio nel passato attraverso i dipinti dei maggiori autori veneziani del quattro e cinquecento. Spiccano le opere di Bellini Carpaccio e Giorgione, Vivarini e Palma il Vecchio, Veronese Tiziano e Tintoretto. Attraverso alcuni dei dipinti qui conservati, si avrà l’opportunità di scoprire scene di vita quotidiana della Venezia del XVI – XVIII sec.
Suggestiva l’opera del Carpaccio “La Reliquia della Croce portata da Francesco Querini, Patriarca di Grado, guarisce un ossesso” (più semplicemente “Il Miracolo della Croce”). Se ci si lascia rapire dalla scena ci si troverà proiettati in una Venezia antica, che ancora dipende dal Patriarca di Grado, città distante dalla Laguna. Si vede bene Rialto, sede del porto e dei traffici commerciali, su cui si stende il vecchio ponte di legno al cui vertice si trovano i due tronconi levatoi.
Un’altra Chiesa votata a custodire le spoglie dei Dogi di Venezia, assieme a SS. Giovanni e Paolo e S. Zaccaria, è La Chiesa di S.TA MARIA GLORIOSA DEI FRARI. I frati minori di S. Francesco ebbero, infatti, a Venezia, devota accoglienza ed il Doge Jacopo Tiepolo donò loro il terreno su cui ora sorge questa magnifico edificio, che assieme a quello dei SS Giovanni e Paolo è massimo esempio di architettura gotica a Venezia. All’interno sono contenute opere d’altissima qualità artistica (presenti tra i tanti importanti autori Tiziano Donatello Vivarini Bellini). Magnifica è l’opera lignea del coro.
Vale anche la pena di investire una giornata (che risulterà piacevole) nella visita del cuore del Sestiere di Cannaregio. È questo il Sestiere che ospita il GHETTO DI VENEZIA.
Qui, nel 1527, per disposizione della Signoria, fu relegata la comunità ebraica di Venezia, che prima si trovavano per lo più all’isola della Giudecca (nome che presenta effettivamente la stessa radice delle parole Giudeo, Giudaico). Precedentemente quest’area era deputata ad ospitare le fonderie dove venivano “gettati” (fusi) i cannoni; probabilmente dalla storpiatura di “getto” in “ghetto” è nata la denominazione che poi restò nel tempo anche fuori Venezia. L’area è divisa in due dal Rio del Ghetto Nuovo, originando appunto il Ghetto Vecchio ed il Campo del Ghetto Nuovo.
Se avrete tempo di soffermarvi e di osservare con attenzione, potrete cogliere la suggestione degli edifici, apparentemente esecuzione di un architetto pazzo. Essi si presentano con altezze variabili, alcuni raggiungono anche gli otto piani, innalzati e cuciti assieme in periodi diversi, man mano che la popolazione cresceva; all’interno apparivano quasi come dei labirinti, e forse lo sono tuttora, come testimonia il nome della “Corte della Scala Matta” (dalla scala che è all’interno dell’edificio di sette piani all’angolo della corte). A testimonianza delle diverse provenienze degli abitanti del Ghetto vi sono cinque Sinagoghe (non potevano esservene al di fuori di questa zona) che si caratterizzano per il rito celebrato: La Schola Spagnola e la Schola Levantina nel Ghetto Vecchio; la Schola Italiana, la Schola del Canton (la più vecchia) e la Schola Tedesca in Ghetto Nuovo.
Lasciato il Ghetto, dirigetevi pian piano alla CHIESA DELLA MADONNA DELL’ORTO e dopo esservi fermati ad osservarne la facciata, forse il più bell’esempio d’architettura gotica a Venezia, entrate a rimirare le enormi tele del Tintoretto collocate ai due lati del presbiterio: “Il Giudizio Universale” e “Il Popolo Ebraico adora il Vitello d’Oro, mentre Mosè, sul Monte, riceve le Tavole della Legge”. Molti, la prima volta che le vedono, spalanca gli occhi di fronte a tanta bellezza per poi sedersi a guardarle per una buona mezz’ora. Sempre del Tintoretto è la magnifica (e dolcissima) “Presentazione della Vergine al Tempio” collocata subito sopra la porta della Cappella di S. Mauro.
Uscendo dalla Chiesa incamminatevi verso sinistra e cercate lo Squero vicino al ponte dei Muti, sul Rio de la Sensa, varrà la pena di scattare qualche foto perché fra queste probabilmente ci sarà quella che più vi ricorderà il vostro viaggio a Venezia.
Tanti di coloro che vengono a Venezia programmano una giornata per il giro delle isole. Fatelo anche Voi, con l’accortezza però di aggiungere un’ulteriore mezza giornata per andare a visitare l’isola di San Lazzaro degli Armeni.
Un giorno intero è infatti necessario per visitare Murano Burano e Torcello.
MURANO famosa in tutto il mondo per le opere in vetro soffiato, vi sorprenderà vedere il vetro prendere forma dalle abili mani dei Maestri Vetrai. E proprio il vetro rese particolarmente importante quest’isola per la Serenissima Repubblica, che ad essa riconobbe uno status giuridico particolare, caso unico nella storia di Venezia. Merita senz’altro una visita la BASILICA DI S.TA MARIA E S. DONATO per l’originalità della parte esterna del suo abside riccamente lavorato e per i suoi pavimenti lavorati a Mosaico.
TORCELLO. Un’isola magnifica, piena di storia. Si respira un’aria quasi irreale, soprattutto se si ha l’occasione di visitarla in inverno, quando in pochi hanno voglia di avventurarsi fin li. Eppure è stata un luogo assai importante. Fu qui che tra il V e VII secolo trovarono rifugio le popolazioni romane in fuga dalla terraferma e soprattutto dalla bella Altino, sotto la pressione devastante degli Unni e dei Longobardi. Sembra che la radice semantica del nome Torcello sia da attribuirsi proprio agli abitanti di Altino che a memoria della Torre della loro città vollero chiamarla Turris, da cui Torcello (Turricellum).